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Aperitivo piovoso: Minisnack con robiola melanzane e confettura di cipolle

La domenica della scorsa settimana era una giornata piovosa, mooooolto piovosa! In più c’era il blocco del traffico e quindi siamo stati forzatamente bloccati a casa. Abbiamo quindi deciso di goderci un po’ di relax e di vinello mentre la pizza cuoceva in forno…

Avevo una confezione della nuova baguette rustica di Probios (La nuova linea Panito)

e ho voluto provare un antipasto siziosissimo. La forza di questi nuovi ‘pani’ è che non ‘smollicano’ e si tagliano molto bene, rimanendo compatti, quindi ho fatto tante fettine di circa 1,5 cm, le ho scaldate leggermente nel tostapane (non tostate, non ce n’è bisogno visto che il pane è buono così) e le ho farcite con:

robiola/caprino (alcune con robiola e alcune con caprino)

melanzane grigliate

confettura (homemade) di cipolle

Ho fatto dei minipaninetti, che insieme ad un bicchiere di vino hanno fatto la loro figura!!! Buonissimi!!

Un ristorante solo per celiaci! Siii puòòòò faaaaaare!

Immaginatevi le scarpinate, la pioggerellina leggera, il freddo. Una delle città più belle e romantiche del mondo, poco tempo per (ri)vederla, e tu che vorresti invece (ri)vedere tutto e di più.  Immaginatevi un viaggio indimenticabile per tanti motivi che non starò a raccontarvi, tranne uno: un’esperienza unica. Un ristorante completamente senza glutine (Noglu, appunto), solo per celiaci. Un piccolo paradiso!

Nessun bisogno di stare a spiegare perchè e percome devi mangiare, devi solo goderti la cena (o il pranzo). Di tanti viaggi che abbiamo fatto, e di tanti ristoranti che abbiamo visitato, questo è sicuramente quello che porterò nel cuore: la celiaca non sono io come sapete, ma ero felice come una bambina!

L’ambiente è intimo e tranquillo, molto essenziale: si viene accolti da un locale con un bancone lungo dedicato a chi vuole mangiare velocemente, dove gli chef fanno gli ultimi ritocchi davanti ai tuoi occhi. Al piano di sopra c’è questa saletta per un massimo di 20 coperti, a occhio.


La cucina è buonissima: portate fantasiose (in genere classici rivisitati), e con un tripudio di sapori e accostamenti degnissimi della cucina parigina. Le salse francesi regnano e danno particolarità ad ogni piatto. Un pane fresco spettacolare, fatto con la farina di ceci, che ho addirittura mangiato anche io (il pane è l’unica cosa che snobbo, a meno che non lo abbia cucinato io)!

Alla cassa, ci hanno dato anche un piccolo cadeau per la colazione del giorno dopo (tra cui una specie di amaretto al cioccolato che si scioglieva in bocca yummy!!!)

Il prezzo non è economicissimo, ma è in media con la città e comunque, vale assolutamente la pena. In ogni città dovrebbe esserci un posto così!!! Gluten free rulez!!!!

Altre impressioni e il menu nei dettagli nella mia recensione su Gluten Free Travel and Living

Facciamoci del male: French Toast/Pain Perdu con crema di nocciole e banane

Non so se ha fatto più danni l’ultimo viaggio a Parigi o la mia fissazione per Laurel Evans e la sua cucina ammerigana, fatto sta che ultimamente cucino solo cose o complicate o, se sono semplici, ipercaloriche!

Ieri volevo testare questa nuova pagnotta senza glutine Panito (di Probios) e questa mi è sembrata un’ottima occasione: questo pane è compatto e ha un profumo dolce, quasi di pan brioche, quindi ero molto ispirata!

Il French Toast (per gli anglofoni), o Pain Perdu (per i francesi) è una colazione ipercalorica da fare la domenica mattina, ma in questo modo (ricetta di Laurel Evans appunto) è anche una golosissima merenda pomeridiana da domenica di pioggia.

8 fette di Panito

1 uovo

latte (io di soya, almeno lì risparmiamo sul colesterolo)

1 banana

crema di nocciole a piacere (ne trovate diverse in giro senza glutine!)

Questo pane si taglia benissimo senza rompersi, quindi tagliatelo a fettine e create un panino imbottito con due fette, tanta crema di nocciole e 3/4 fettine di banana. Chiudetelo bene (per questo ci vorrà crema su entrambi i lati!!!), passate il paninetto chiuso nel latte, poi nell’uovo, e cuocetelo su entrambi i lati in una padella solo unta (vi prego, fatelo per me, non friggetelo…non vi voglio sulla coscienza!). Piccolo aneddoto: il Ciriaco ha visto i panini pronti ma non cotti e mi fa: questo cos’è? Io: ‘devo testare questo pane con una ricetta’. Lui:’ah, pensavo avessi inventato il pane e crema di nocciole!’. Che simpatico cialtrone, eh?

Si è dovuto ricredere, comunque!! Ne ha voluti due anche stamattina!!

Va mangiato ancora caldo…..ed è un imbattibile comfort food!

Ladies & Gentlemen, meet the Pavlova

Le meringhe sono da sempre una mia fissazione….erano anche l’ingrediente principale della nostra torta nuziale gluten free!! Mi piace la meringa morbida e appiccicosa, che si scioglie in bocca diventando quasi caramello.

Questa ricetta fa parte dei miei amarcord, nello specifico risale proprio alla prima volta che ho mangiato questo tipo di meringa: mi trovavo a Dublino per le ricerche sulla mia tesi (sull’Ulisse di Joyce, per cui ci sono rimasta mesi e mesi) e Barbara, la mia padrona di casa (ormai diventata la seconda mamma) preparava nelle occasioni speciali questa splendida torta che io amavo alla follia. Non la mangiavo dal 97 insomma, e dopo aver avuto giorni fa un incontro ravvicinato con una meringa Merveilleux, con il Ciriaco che sbavava per l’invidia, ho deciso di farla, per me e per lui.

200 g di albumi a temperatura ambiente

200 g di zucchero a velo (io San Martino)

qualche goccia di limone

250 g di panna da montare (zuccheratela a piacere con zucchero a velo)

1 kiwi e 1 pera (ma potete usare la frutta che volete!)

Ho montato gli  albumi a temperatura ambiente, aggiungendo la metà dello zucchero da subito. Una volta montati, ho aggiunto le gocce di limone e il resto dello zucchero mescolando dall’alto in basso per creare anche un po’ di aria. Dev’essere spumosissima!!!

Ho acceso il forno a 90° e sulla piastra del forno ricoperta di cartaforno ho creato due dischi di meringa (niente sac-a-poche, dev’essere ‘rustica’! Con la sac-a-poche ho invece fatto le meringhette singole che vedete nel collage.

Le meringhe a questa temperatura ci hanno messo 2 ore e mezza per cuocere, ma potete anche usare una temperatura un po’ più alta e farle dorare. Io le volevo bianche e soprattutto non avevo fretta quindi le ho anche lasciate asciugare un’altra oretta in forno.

Ho quindi preso la prima base e l’ho ricoperta di panna, poi di pezzettini di pera, poi di un altro strato di panna, poi di pezzettini di kiwi, di un altro strato di panna, e infine con il cappuccio, la seconda base di meringa. Leggera, direte voi.

E invece è proprio leggera ed impalpabile, la frutta stempera la panna ( parole del Ciriaco) e la meringa rende tutto più ‘fanciullesco’.  Inoltre la storia vuole che sia stata creata in onore della ballerina Anna Pavlova, per celebrare proprio la sua leggerezza :D.

Vabbè, poche ciance: ce la siamo finita e ci siamo finiti anche le meringhette. Che bel momento zuccheroso!!!!!

 

 

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